Marco D’Eramo

Giornalista e scrittore, dopo essersi laureato in Fisica, ha studiato Sociologia con Pierre Bourdieu all’École Pratique des Hautes Études di Parigi. Ha lavorato per Paese Sera, Mondoperaio, e Il Manifesto: collabora con diverse testate, tra cui MicroMega, The new left review, Die tageszeitung. Tra le sue pubblicazioni: Dominio. La guerra invisibile dei potenti contro i sudditi (Feltrinelli, 2020), Il selfie del mondo. Indagine sull’era del turismo (Feltrinelli, 2017), Moderato sarà lei (con Marco Bascetta, manifestolibri, 2008), Via dal vento. Viaggio nel profondo sud degli Stati Uniti (manifestolibri, 2004), Lo sciamano in elicottero. Per una storia del presente (Feltrinelli, 1999), Il maiale e il grattacielo (Feltrinelli, 1995).

Domenica 13 giugno 2021, ore 21
IL CONCETTO DI LIBERTÀ NELL’EPOCA DEL CAPITALE UMANO
La libertà è il valore supremo, irrinunciabile, ufficialmente perseguito e difeso dai regimi che governano le nostre società. Condizione imprescindibile per la libertà degli umani che queste società compongono è che sia libero il mercato, o siano liberi i mercati. Nella nuova antropologia neoliberale ogni essere umano è un’impresa dotata di capitale, capitale economico in alcuni casi, capitale umano in altri: ogni essere umano è imprenditore di se stesso. Non ci sono più lavoratori e padroni, sfruttatori e sfruttati, ma tutti capitalisti di sé, tutti datori di lavoro di se stessi. Ma come è libero di comportarsi questo capitalista di sé se deve almeno rispettare le regole del capitale, se cioè è condannato a essere redditizio (di sé)? Insomma, in che cosa consiste questa benedetta libertà nella società del capitale umano e degli imprenditori di sé? Nel meraviglioso mondo neoliberista che ci viene prospettato (e imposto), ci scontriamo con il meccanismo delle conseguenze non volute, conseguenze che nessuno si aspettava, neanche i fautori del nuovo ordine.